A un anno dall’implosione del sottomarino Titan di OceanGate, emergono dettagli cruciali che spiegano le cause del tragico incidente.
Il 18 giugno 2023 segna una data tragica nella storia delle esplorazioni oceaniche, il sottomarino Titan, di proprietà dell’azienda privata OceanGate, si era immerso a 3.800 metri di profondità con l’obiettivo di esplorare il relitto del Titanic. Purtroppo, l’operazione si è conclusa in tragedia con l’implosione del sottomarino, causando la morte delle cinque persone a bordo, tra cui Stockton Rush, fondatore e amministratore delegato di OceanGate.
Il Titan, progettato per resistere alle enormi pressioni delle profondità marine, si è rivelato fatale per la sua stessa ambizione. Le indagini successive hanno portato alla luce gravi lacune nei test di sicurezza e nella progettazione strutturale del mezzo, sollevando dubbi sulla gestione dell’azienda e sulle decisioni prese da Rush.
L’inchiesta: dettagli emergenti
Un’inchiesta pubblicata da Wired ha svelato dettagli significativi riguardanti la storia e lo sviluppo del Titan. L’inchiesta si basa su una vasta raccolta di e-mail, documenti interni e testimonianze di ex dipendenti di OceanGate, che hanno preferito rimanere anonimi. Tra i vari punti salienti, emerge un test condotto nel luglio 2016 su un modello in scala del sottomarino, chiamato Cyclops 2, che implose sotto pressione simile a quella a cui sarebbe stato esposto il Titan.
Come riportato da leggo.it, secondo un ex dipendente presente al test, l’implosione del modello causò un forte spavento a tutto il team. Tuttavia, invece di tornare al tavolo da disegno, OceanGate proseguì con la costruzione di un modello in scala reale basato sul Cyclops 2 imploso, successivamente ribattezzato Titan.
L’inchiesta di Wired descrive come Rush, spinto dalla fretta di avviare un business turistico subacqueo, abbia trascurato ripetutamente i test di sicurezza necessari. La documentazione rivela una serie di test falliti e mancati, che avrebbero dovuto suonare campanelli d’allarme. Rush, accecato dalla sua ambizione di diventare l'”Elon Musk degli abissi“, sopravvalutò i progressi dell’azienda e, in alcuni casi, mentì su problemi significativi riscontrati nel Titan.
Un progetto fallimentare
La tragica fine del Titan rappresenta un monito sulle conseguenze della negligenza nella sicurezza e della ricerca del profitto a tutti i costi. La fretta di realizzare un progetto innovativo e la sottovalutazione dei rischi hanno portato a un disastro che avrebbe potuto essere evitato. L’inchiesta continua a rivelare dettagli che potrebbero avere implicazioni significative per il futuro delle esplorazioni subacquee e la regolamentazione di queste attività ad alto rischio.
La vicenda del Titan e le sue tragiche conseguenze sottolineano l’importanza di rigorosi standard di sicurezza e trasparenza, specialmente in un settore dove gli errori possono costare vite umane.